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Il futurismo è un movimento artistico, letterario e culturale che sorge in Italia, questo ha una data di nascita ufficiale: il 20 febbraio1909, il giorno in cui apparve sul quotidiano francese Le Figaro (i quotidiani erano considerati il più potente canale di comunicazione di massa dell’epoca) il primo manifesto del movimento, firmato da Filippo Tommaso Marinetti.
Nel manifesto del futurismo Marinetti individua come obiettivo il rinnovamento della cultura, si tratta infatti di un’avanguardia ossia di un movimento artistico che vuole rompere con il passato e con i modi di comunicare tradizionali o di tendenza proponendo nuove poetiche.

 

 Il manifesto del futurismo esalta:

 

  • l’amore per il pericolo;

  • l’aggressività;

  • la velocità che è rappresentata dall’automobile in corsa come estensione dell’individuo che ne è alla guida;

  • La guerra come igiene del mondo”;

  • Il disprezzo per la donna, che rappresenta il sentimentalismo;

  • Il disprezzo per il passato: L’arte antica infatti per i futuristi annichilisce le energie dei giovani e va quindi distrutta in favore di una violenza travolgente e incendiaria.

«Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie di ogni specie»

«È dall’Italia che noi lanciamo pel mondo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il “futurismo” perche vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e di antiquari»

Per quanto queste parole possano sembrare forti o esagerate, è giusto pensare che sono frutto del contesto storico nel quale sono state pronunciate e che esprimono l’esigenza di cambiamento che c’era ai primi del novecento.

 

I futuristi sono molto bravi nel farsi conoscere utilizzando anche i moderni strumenti della pubblicità e facendo scalpore con le serate futuriste che terminano spesso in rissa.

Numerosi sono i manifesti del futurismo, oltre al manifesto del futurismo del 1909, si possono citare ad esempio:

 

  • Uccidiamo il chiaro di luna!” del 1909, questo manifesto esalta la guerra, la temerarietà dei giovani e disprezza invece l’amore per la donna e il sentimentalismo romantico;

  • Contro Venezia passatista” del 1910, questo manifesto esprimela necessità di distruggere Venezia che è una città che sta marcendo per ricostruire una nuova Venezia illuminata dalla luce elettrica;

  • Contro l’amore e il parlamentarismo” del 1915, questo manifesto parla del disprezzo della donna e dell’amore come sentimentalismo e lussuria.

 

Numerosi sono i manifesti tecnici delle diverse arti, come ad esempio: la pittura, la musica, la scultura, il cinema e anche la cucina, ma quello più importante riguarda la letteratura (Manifesto tecnico della letteratura futurista).

Il Manifesto tecnico della letteratura futurista del 11 maggio 1912 elenca una serie di punti per rivoluzionare la scrittura, il manifesto propone:

 

  • Di «distruggere la sintassi» disponendo le parole a caso;

  • Di utilizzare il «verbo all’infinito»;

  • Di «abolire l’aggettivo» e la «punteggiatura»;

  • Di utilizzare «analogie» sempre più vaste;

  • Di liberare «l’immaginazione senza fili»;

  • Di eliminare dalla letteratura l’«io» ossia la psicologia;

  • Di introdurre il «rumore», il «peso» e l’«odore» degli oggetti guardandoli da un nuovo punto di vista;

  • Di utilizzare le «parole in libertà».

 

Analogia: si tratta del rapporto che la mente coglie tra due o più parole poste l’una accanto all’altra senza legami comparativi. Marinetti la definiva sostantivo-doppio.

 

«Ogni sostantivo deve avere il suo doppio, cioè il sostantivo deve essere seguito, senza congiunzione, dal sostantivo a cui è legato per analogia. Esempio: uomo-torpediniera, donna-golfo, folla-risacca, piazza-imbuto»

Marinetti esalta l’utilizzo delle parole in libertà che devono susseguirsi senza alcun legame di senso, occorre per l’autore utilizzare anche il verbo all’infinito per dare un senso di continuità ed abolire invece l’utilizzo dei segni di interpunzione (punteggiatura). È Importante anche la forma grafica e il suono delle parole, l’uso delle sinestesie, cioè parole che fanno riferimento a sfere sensoriali diverse e l’uso delle onomatopee, ossia parole il cui suono rimanda all’azione o all’oggetto a cui fanno riferimento.

 

Guardando la poesia “ZAng Tumb Tumb. Adrianopoli ottobre 1912” di Filippo Tommaso Marinetti si può notare il cambiamento che la letteratura futurista propone.
Il titolo stesso della poesia è composto da onomatopee, ossia delle parole che ci ricordano i suoni del bombardamento sulla città di Adrianopoli, avvenuto nel corso della guerra Balcanica del 1912.

«orecchie        occhi

narici              aperti attenti

forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto

taratatatatatata delle mitragliatrici strillare

a perdifiato sotto morsi schiaffi traak-

traak frustate pic-pac-pum-tumb bizz-

zzarie salti altezza 200 m. della fucileria»

Si può notare come gli significanti onomatopeici sono scritti in neretto per essere posti in evidenza rispetto a tutto il resto. Alcune parole presentano la moltiplicazione delle vocali o delle consonanti come ad esempio «bizzzzarie». Gli spazi bianchi stanno ad indicare un rallentamento della lettura e la stessa funzione hanno alcune parole tra parentesi che si trovano nel testo della poesia. Il verbo è all’infinito proprio come teorizzato da Marinetti nel “Manifesto della letteratura futurista” e le parole si susseguono senza connettivi.

 

Mettendo in confronto la poesia “ZAng Tumb Tumb. Adrianopoli ottobre 1912” con una poesia precedente al manifesto futurista come “All'automobile da corsa” del 1908 dello stesso Marinetti, si pùò notare il cambiamento che l’autore propone con i suoi testi.

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